Il giro del mondo in 80… etichette!

Vi ricordate da bambini quando si faceva girare il mappamondo e, tenendo gli occhi chiusi, lo si fermava con il dito? Il gioco stava nell’aprirli, gli occhi, e vedere in quale angolo di pianeta si fosse capitati. Ovunque puntasse il dito, la nostra fantasia di bambini inseguiva il sogno di quel viaggio esotico. 

Da adulti si dice che si abbandoni il mondo dei giochi, ma forse se ne trovano solamente altri, diversi. Nuovi espedienti per continuare a viaggiare con la fantasia, per allontanare i lunedì in ufficio e costruire una parentesi di leggerezza dalla routine. Non è per questo che sogniamo una vita in vacanza e ogni anno studiamo l’incastro perfetto dei giorni rossi del calendario? 

Ristorante cantina vino internazionale, vini del mondo a Lampedusa

Con il vino, una vacanza dentro la vacanza

La vacanza è il gioco degli adulti. Si viaggia alla ricerca di una felicità diversa, in un luogo lontano da casa. Il ristorante Cavalluccio Marino, nella meravigliosa isola di Lampedusa, è fedele alleato di chiunque sia alla ricerca di evasione, relax, piacere dei sensi. Ogni dettaglio è studiato per il riposo e il divertimento degli ospiti, a partire dal menù stagionale e siciliano ideato da Giovanna Billeci. E con il vino? Si gioca ancora di più! Una volta a tavola, infatti, sfogliando l’ampia carta dei vini selezionata da Giuseppe Costa, si avrà la sensazione di vivere una vacanza dentro la vacanza.

La carta del vino del Cavalluccio Marino di Lampedusa è, nelle mani di chi si accomoda al tavolo, come quel mappamondo di quando si era bambini. Strumento di approfondimento e scoperta, raccolta di grandi territori e nuovi mondi. Non resta che allacciare le cinture e liberare la voglia di conoscere, sfogliando le pagine e puntando il dito ad occhi chiusi, chissà dove andrete a finire! 

The New World Wine

Come orientarsi nelle oltre 800 etichette selezionate da Giuseppe Costa?  Sono divise in sezioni, a partire dalla tipologia e dal territorio, per facilitarne la lettura. Si parte, forse per prossimità, con l’ampia offerta proveniente da tutta dalla Sicilia. Un’isola continente a sua volta suddivisa in due sottocategorie, i vini dell’Etna e i vini naturali siciliani. Qualche rapida sosta nel bacino del Mediterraneo con vini provenienti da Spagna e Grecia per poi muoversi verso la grandiosità del vino francese tra una ricca selezione di Champagne, Borgogna e Bordeaux. Ed è proprio una volta giunti alla foce della Gironda che il vero viaggio intercontinentale alla scoperta del vino del Nuovo Mondo. 

I vini prodotti nel Nuovo Mondo. Ma nuovo rispetto a cosa? Facciamo un passo indietro. Originaria del Medioriente, la pianta di vite si è diffusa in Europa oltre 3000 anni fa e la produzione di vino è rapidamente diventata abitudine e uso comune in tutto il continente – in particolare in Francia ed in Italia. In paesi come Stati Uniti, Sud America, Sud Africa, Australia e Nuova Zelanda, la pianta di vite, invece, è arrivata solo a partire dal 1700, spesso portata dai flussi migratori dall’Europa. Ecco quindi spiegato: i paesi in cui la produzione di vino è attiva da molto tempo rappresentano il Vecchio Mondo, mentre i paesi con una storia più recente di viticoltura, produzione e consumo vengono chiamati Nuovo Mondo. 

Avete mai assaggiato un vino del Nuovo Mondo? Al Cavalluccio Marino di Lampedusa potreste fare un vero e proprio giro del mondo.

Dalla Napa Valley, a Sud fino a Cile ed Argentina, quindi passaggio a Capo Horn direzione Sud Africa. Ammirato lo scambio tra gli Oceani al Capo di Buona Speranza, si riparte direzione Oceani con le chicche provenienti da Australia e Nuova Zelanda. Ma chi si ferma è perduto e per tornare in Europa si passa dall’Asia con i vini di Armenia e Israele. Vi sta girando la testa? Forse il segreto per non perdere l’orientamento sta nel conoscere queste etichette un po’ più da vicino. 

Registi americani, migranti baschi e medici australiani

Citando Don Vito Corleone ne Il padrino, al Cavalluccio Marino di Lampedusa Giuseppe Costa potrebbe farvi “un’offerta che non potrete rifiutare”. Ovvero bere i vini prodotti proprio dal regista di quel capolavoro, Francis Ford Coppola. Sarà merito del nonno che vinificava nello scantinato a New York, ma il vino è un vero e proprio affare di famiglia per Francis che ha passato gli ultimi 35 anni nell’investimento e costruzione della sua cantina ideale in California. Oggi questo luogo è lo Chateau Souverain nel territorio di Sonoma County, soprannominato Francis Ford Coppola Winery, dove vino, arte, cinema ed ospitalità si fondono. La linea più rappresentativa? La Diamond, di cui potrete assaggiare al tavolo lo Chardonnay e il Cabernet Sauvignon entrambi vinificati “alla francese”, con legno e batonnage, in chiaro tributo alla madrepatria di questi due pregiati vitigni. 

L’occasione di degustare un altro grande vitigno internazionale in un territorio d’oltremare può realizzarsi scegliendo l’interpretazione del Sauvignon Blanc de Los Vascos, antica casa vitivinicola a sud di Santiago del Cile, a pochi chilometri dall’Oceano Pacifico, che influenza non poco la mineralità di questo vino. Da trent’anni proprietà di Rothschilld-Lafite, famiglia con secolare esperienza nel mercato del vino, la tenuta oggi porta il nome di Los Vascos – i baschi – in memoria degli originali fondatori, la famiglia basca Echenique, che una volta migrata in Cile scelse di riproporre nel nuovo territorio i vitigni e le tecniche proprie della viticultura francese. 

Ancora una storia familiare si trova andando alle origini di Penfolds, famoso produttore di vino in Australia. Quella che oggi è una realtà di oltre 700 ettari vitati cominciò, infatti, come un piccolo vigneto dell’inglese Dottor Penfolds il quale, convinto delle capacità taumaturgiche della bevanda, vinificava piccole quantità che distribuiva come medicinale ai suoi pazienti. E possiamo dire che il buon dottore non si sbagliava poi tanto: se consumato responsabilmente, un po’ di vino bevuto con la giusta compagnia sa rimettere in sesto il corpo e lo spirito. Al Cavalluccio Marino di Lampedusa potrete brindare alla memoria del Dottor Penfolds con il suo Koonunga Hill, Chardonnay in purezza, esotico e confortante.  

Noè e il Vecchissimo Mondo, un viaggio nel tempo

Non se ne parla molto, ma accanto al Vecchio ed al Nuovo Mondo del vino, esiste soprattutto un Vecchissimo Mondo, da cui tutto è partito. Stiamo parlando di quella porzione di Medioriente che affaccia sul Mar Nero – Georgia, Armenia, Azerbaigian, Crimea, Turchia i principali – luoghi dal clima così perfetto e il terreno così fertile da essere, oltre 6000 anni fa, ecosistema-incubatore per lo sviluppo della vite e della viticoltura. 

Ragioni pratiche come clima e suolo che si mescolano però alla leggenda. Nel racconto biblico, infatti, Noè con la sua arca approdò ai piedi del monte Ararat, nella regione armena dello Vayots Dzor, inaugurando, tra le altre cose, la viticoltura e divenendo il primo vignaiolo della storia. 

Ripercorrendo questi racconti, alla ricerca delle proprie radici, Zorik Gharibian ha scelto di fondare la sua cantina Zorah proprio ai piedi del monte Ararat e di ridare vita alle antiche tecniche di produzione vinicola studiando i reperti e i tanti siti archeologici della zona. Ecco il perché della scelta di vinificare solo varietà autoctone armene e di vinificarle nelle antiche anfore chiamate karas che, essendo oggi fuori produzione, Zorik ha recuperato personalmente dalle case dei vecchi contadini della regione.

Curiosità alle stelle? Non si sa grazie a quale super potere ma Giuseppe nella sua cantina Diapason custodisce alcune bottiglie del bianco di Zorah, il Voski, prodotto da uve autoctone Grandmark e Voskéat. Degustarlo renderà il vostro viaggio in compagnia del vino un vero viaggio a ritroso nel tempo alla scoperta del gusto e della storia di un vino ancestrale. 

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